Il miglioramento delle tecniche chirurgiche (approcci mini-invasivi “tissue sparing”, cioè di risparmio osseo e muscolare) e l’utilizzo di biomateriali di ultima generazione (metallo trabecolare, materiali osteoinduttivi, polietilene altamente reticolato con vitamina E, delta ceramica) ha permesso di ottenere ottimi risultati, con indicazioni sempre più ampie per ciascuna patologia e applicabili ad una popolazione sempre più ampia, anche giovanile (<55 anni). Il successo dell’intervento è il risultato di un lavoro di squadra di specialisti dedicati – chirurghi, medici, infermieri, fisioterapisti – che garantisce l’ottimizzazione di tutte le fasi dell’intero processo: valutazione, preparazione, intervento chirurgico, anestesia, decorso, riabilitazione. Le molteplici opportunità operative attualmente a disposizione dell’ortopedico rendono possibile l’applicazione di una chirurgia personalizzata.La chirurgia protesica personalizzata valuta diversi aspetti riguardanti: la possibilità di un corretto trattamento anatomico e ricostruzione funzionale, qualità e danneggiamento dell’osso, preservazione di tutti i tessuti sani, stato di salute e requisiti funzionali del soggetto, possibilità realistica di recupero ottimale. In base a queste valutazioni vengono scelti la tipologia di accesso chirurgico, il modello e il materiale dell’accoppiamento implantare e articolare, il percorso pre e post operatorio, la tipologia e la durata della riabilitazione.

Il nostro standard nella scelta dell’impianto dell’anca prevede l’utilizzo di protesi in lega di titanio, monoblocco o modulari, le più piccole possibile, con superficie articolare in ceramica delta o polietilene addizionata di vitamina E ad attività antiossidante. Le protesi utilizzate negli interventi di revisione sono più voluminose e invasive, spesso in tantalio e comprendenti parti modulari adattabili che consentono la ricostruzione delle aree ossee mancanti.